A quasi 45 giorni dalla fine del Lockdown il desiderio di alcuni è forte nel tornare a fare quello che si faceva prima. Allo stesso tempo è altrettanto vero che gli equilibri sociali, economici e personali sono fortemente cambiati. Probabilmente molti non torneranno in ufficio e lavoreranno in smart working causando nella ristorazione il buco del pranzo che in città come Milano non è facilmente recuperabile nel corso della giornata e alla sera dove mancheranno anche molti aperitivi fine ufficio.
Questo esempio, semplice ma efficace, sintetizza come l’equilibrio economico di questi anni sarà messo a dura prova dalla scia pandemica che ci stiamo lasciando alle spalle.
Se le borse di tutto il mondo si preoccupano però ora di una possibile recrudescenza pandemica allora a maggior ragione ce ne possiamo preoccupare anche noi e la nostra piccola impresa. Di fatto se ciò accadesse veramente verrebbero a galla pesantemente gli atteggiamenti che hanno contraddistinto gli italiani a marzo e ad aprile. Isolamento o distanziamento sociale, attenzione ai bisogni primari e salutistici, la ricerca di un modello di vita più sicuro e circostanziato.
Vorrei consigliare alla piccola impresa di prossimità di non perdere l’occasione in questi mesi estivi di prepararsi a un piano C con nuovi punti di forza. Servizio personalizzato su appuntamento, consegna a domicilio, offerta di nuovi prodotti ‘difensivi’, orari adeguati, protocolli di sicurezza coerenti. In sostanza mantenere o aggiornare le nuove abitudini intraprese nel corso della pandemia. Servirà un piano C? Non lo so ma posso darvi un’indicazione utile. Napoleone diceva che la prima cosa di cui si doveva occupare un bravo generale non era una strategia d’attacco ma un piano di fuga.