L’illuminante libretto di Spenser Johnson e la sua piccola ma grande storia di due topolini (la nostra intelligenza emotiva) e dei due gnomi (la razionalità) è oggi più che mai attuale. La pandemia è stata cinica nel definire vincitori e vinti in questi primi sei mesi di alti e bassi.
In questi giorni ho riletto attentamente questo libro per due motivi. Per un’esigenza lavorativa legata a una rilettura critica del testo ad uso di alcuni miei clienti e per la curiosità di vedere se la sentenza dell’autore che questo libro va riletto più volte in diversi passaggi della nostra vita per comprenderne i dettagli e le sottili differenze tra la prima lettura e l’ultima.
Nel primo caso devo dire che rileggere attentamente questo testo per gli altri mi ha permesso di entrare nel funnel dell’intenzione dell’autore in maniera molto più efficace. Protagonista del libro non sono i topolini che hanno solo il compito di riaccendere la caccia al formaggio perduto bensì uno dei due gnomi, Ridolino, che incarna più dei topolini la ragione umana. Tra l’amico Tentenna, che continua a rimpiangere il formaggio perduto e richiede un risarcimento per il danno subito, e i due scattanti topolini ci sta Ridolino che ha sì le ansie del Tentenna ma che alla fine decide di trasformare la sua paura in coraggio. Così Ridolino esce dal suo guscio, si rimette in discussione – tanto non aveva più niente da perdere – e intraprende il nuovo viaggio di scoperta del nuovo formaggio mentre Tentenna lo aspetta al solito posto.
Un passaggio di questo viaggio di Ridolino è emblematico ovvero quando scrive sul muro, e lo fa spesso per dare a Tentenna una sorta di filo di Arianna, ‘il formaggio precedente sapeva già di muffa sebbene lo mangiassimo ancora’. Questa è a mio avviso la metafora vincente di questo libro nella sua rilettura ‘pandemica’. Se riusciremo comunque a resistere a questo uragano grazie alla nostra resilienza, se il nostro ‘giunco’ dopo essersi piegato tornasse al suo posto potremmo veramente dire che abbiamo fatto il massimo per noi? A mio avviso no.
Non serve resistere e attendere, il formaggio che stiamo ancora mangiando oggi inizia a sapere già di muffa. Dobbiamo fare come Ridolino, partire senza sapere dove esattamente andare, usare la situazione caotica di oggi per trovare nuove vie ed eliminare quelle vecchie. In sostanza lanciare dalla torre quello che non ci serve più e acquisire ciò che ci servirà. Si, la nuova lettura di ‘chi ha spostato il mio formaggio’ è effettivamente alla luce dei fatti di oggi una nuova chiave di interpretazione. Oggi non serve più pareggiare i conti. Così come succede nel calcio per essere tra i primi in classifica bisogna vincere. Vincere in piena pandemia, direte voi non è facile. Perché, resistere fermi alla tempesta lo è altrettanto?