Questa famosa battuta dell’attore Gino Cervi, l’indimenticabile sindaco Peppone, calza a pennello per descrivere il ‘magic moment’ tra la classe medica e l’industria dell’oftalmica, momento che si è celebrato al recente Convegno Siso di Roma.
Ci sono protagonisti, nel mondo dell’oculistica, che non si tirano indietro nel dire le cose come stanno. Al Forum Presbiopia di Napoli il Prof. Nucci, aveva manifestato spontaneamente il ringraziamento all’industria dell’oftalmica per aver aperto un nuovo capitolo nel dialogo con la classe medica. Nucci si riferiva alle evidenze degli studi clinici sulle lenti contro la progressione miopica e sulla reale efficacia di quest’ultime.
Prima di allora l’industria oftalmica non aveva una tradizione nei ‘clinical’ così marcata come poteva vantare la contattologia. La ‘miopidemia’, come l’ha coniata Nucci, ha permesso alle aziende oftalmiche di avvicinare la classe medica in una modalità nuova e più affine al mondo farmaceutico e di parlare di una lente che non aveva solo uno scopo correttivo ma, ruolo ben più rivelante per il medico, preventivo e come tale prescrivibile e associabile ai protocolli medici in atto. Chi di voi è stato al Siso di Roma ha potuto toccare con mano gli sviluppi de ‘l’amore a prima vista’ tra oculista e industria oftalmica. I rapporti sono ora più frequenti e intrecciati, proiettati sul lungo termine. Gli scambi tra i due appaiono oggi talmente empatici dallo scatenare in me il dubbio che il vento stia cambiando.
Si sa, l’amore a prima vista mal tollera, se non per pura necessità, un terzo incomodo ed oggi mi appare evidente come alla classe medica piaccia ancora poco la figura di un ottico (optometrista o laureato che sia) dalle multiformi facce. Artigiano, imprenditore, commerciante, specialista, scontista. Per non parlare della famosa tesi del rispetto dei ruoli e della mancanza di una livella (così l’avrebbe definita Totò) culturale degli ottici a causa di scuole di diversa origine e approccio agli studi ed alle frequenze.
In questo auspicabile triangolo, utile soprattutto per la salute visiva dell’utenza finale, l’importanza della mediazione dell’industria e delle associazioni di categoria è indispensabile. Il recente Simposio al Siso nel quale ho condotto un salotto con la presenza di tutti questi attori ne è una testimonianza viva e unica. Convincere la nuova ‘fiamma’ di accettare la compagnia della cugina scomoda ma necessaria al corteggiamento non sarà impresa da poco. Neppure per la grande industria oftalmica e le maggiori catene distributive italiane.
Nicola Di Lernia