Sono attratto da un’insegna mai vista prima d’ora. Una scritta in inglese e giapponese, un’azienda di abbigliamento giovane sullo stile metropolitano. Entro e osservo. Anche questo fa parte del mio mestiere. La curiosità di cercare nuove suggestioni e interpretarle.
L’abbigliamento non fa per me ma è particolarmente colorato e anticonformista e mi fa tornare il buonumore al ricordo dei mie anni, ai jeans stretti, agli stivaletti texani, alle camicie a quadri.
Si avvicina la commessa, era scontato che dopo qualche minuto in assenza di altri clienti questa giovane ragazza di avvicinasse a chiedermi se avessi bisogno d’aiuto. ‘Sono curioso di conoscere questa marca’ affermo e la cosa la fa già preoccupare. ‘E’ un abbigliamento stile londinese realizzato da una azienda giapponese’.
Osservo i prezzi che sono particolarmente cheap e mi sorge una domanda. ‘E’ un’azienda giapponese ma produce nel suo paese, in Europa o in Cina?’. La ragazza sbianca e afferma di non saperlo. Accenno il fatto che se guarda un’etichetta la risposta dovrebbe essere immediata. Non accenna a farlo e si chiude a riccio. La ringrazio e la saluto. Non voglio infierire. Ma non voglio neppure passare per fesso.